Percorsi turistici

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Di seguito sono elencati dei percorsi turistici suggeriti.

PERCORSO “TRA STORIA E TERRITORIO”:

1. Scuola Oscar Pagano:

Prospero Nicola Felice Pagano si occupava di costruzioni edili e fabbricazione di mosaici in Sud America.

A ventuno anni sposò Angela Bonavita da cui nacque il figlio Oscar. Quest’ultimo, intorno alla metà degli anni ’20, morì dopo aver contratto la tubercolosi a New York.

A causa di questo tragico evento, Nicola Pagano decise di tornare a Picerno, dove donò i fondi per la restaurazione di palazzo Mancini e della chiesa Madre. Il 14 luglio 1927, il padre di Oscar decise di donare l’edificio scolastico, in via I Maggio, alle condizioni che “esso abbia la perpetua destinazione d’uso a scuola elementare e sia intestato in perpetuo alla memoria del figlio Oscar”, inaugurato, poi, il 19 ottobre 1929.

In seguito al gesto il signor Pagano venne ammesso tra i benemeriti di questo Comune. Egli decise di edificare una struttura che fosse a beneficio dell’intera comunità e in particolare dei più piccoli, proprio per conservare la memoria del figlio.

2. Torre medievale:

La Torre Medievale è detta “normanna” ed è stata realizzata, molto probabilmente, tra il 1100 e il 1200. In questa zona è nato il primo nucleo abitativo di Picerno.

La Torre, a livello strutturale, è composta di una base poliedrica, la quale, innalzandosi, assume una forma cilindrica, ed è posta su un basamento a scarpa, alto circa 4 metri, avente funzione difensiva. L’altezza complessiva della torre, compresa i 4 metri della base, è di circa 21 metri.

La struttura è, probabilmente, un impianto normanno-svevo, il quale nelle epoche Angioina e Aragonese ha subito diverse modifiche.

Al periodo Angioino risalgono la realizzazione del basamento a scarpa, delle volte interne in pietra e delle scale elicoidali, le quali portano alla sommità dell’edificio attraverso 4 torrette. Nel periodo Aragonese fu realizzato l’ampliamento della fortificazione, con la realizzazione delle 4 torri angolari, oggi parzialmente inglobate in costruzioni civili.

3. Corso Vittorio Emanuele II:

Intitolato a Vittorio Emanuele II, è l’arteria principale del paese, che per circa 200 m attraversa il centro abitato e collega le due piazze principali: Piazza Plebiscito e Piazza Statuto.

Quest’ultima, un tempo ed ancora oggi, chiamata “Porta san Lorenzo”, è una delle più antiche porte del paese. Sulla piazza si affaccia un fabbricato che risale ai tempi del brigantaggio, della famiglia Caivano, che ospita, attualmente, l’arma dei carabinieri. Nel 1890 fu fondato un osservatorio meteorologico dall’insegnante elementare Alessandro Lazzari, nei pressi della piazza, funzionante fino agli anni’70. Da qui si può arrivare alla parte più alta del paese, che prende il nome di “pianello”.

Piazza Plebiscito è il centro del paese, verso cui si dirigono e sfociano varie strade secondarie ed è il luogo in cui si svolge la vita paesana. Proseguendo lungo il corso, sulla sinistra, troviamo il settecentesco palazzo Lazzari.

4. Palazzo Lazzari:

Si trova lungo le due strade principali del centro storico di Picerno: Corso Vittorio Emanuele e Via Indipendenza.

Appartenne inizialmente alla famiglia Carelli, originaria della Puglia, ma amministratore dei beni dei principi Pignatelli, signori di Picerno.

Nel XIX secolo il palazzo fu utilizzato come laboratorio di cucito e ricamo. Nel 1919, infine, i fratelli Carelli vendettero l’edificio a Giuseppe Lazzari.

L’impianto planimetrico dell’edificio è costituito da un poligono irregolare, con due giardini, uno a fianco dell’edificio, l’altro posto di fronte.

La facciata principale di Corso Vittorio Emanuele è divisa in aree da sei lesene scanalate, appoggiate su basi di pietra. Nella fascia centrale è posto l’ingresso principale, con un portale sormontato dallo stemma gentilizio.

Al contrario della facciata frontale, quella posteriore ha subito varie modifiche.

5. Chiesa dell’Annunziata:

Si tratta di un edificio trecentesco, situato tra piazza Plebiscito e corso Vittorio Emanuele II, luoghi di aggregazione cittadina.

La chiesa era in origine formata da un’unica navata rettangolare terminante con un’abside semicircolare. Successivamente venne accorpata ad una sezione dell’antica cinta muraria medievale, assumendo, così, una forma trapezoide.

L’elemento più significativo della navata è l’altare maggiore in stile Barocco, in marmo, sormontato da un’alzata di legno con al centro il gruppo dell’annunciazione.

La facciata è caratterizzata dal portale d’ingresso ad arco acuto in pietra locale, al centro sono scolpite le figure dell’Arcangelo e della Vergine. Il portone in legno intagliato, opera dell’artigiano locale Bartolomeo Caivano, risale al XVI secolo ed è costruito da due battenti, ciascuno dei quali, reca due pannelli scolpiti, incorniciati da motivi vegetali.

Sulla parte superiore del portale, si può ammirare lo stemma di Picerno raffigurante a sinistra un levrieri in posizione eretta a destra di un calice. Sui pannelli inferiori vi sono due sirene incoronate, al di sopra due conchiglie e due fiori in un cerchio.

Sulla facciata destra del portale sono presenti due bassorilievi, provenienti da due monumenti funerari di epoca romana: nella parte superiore vi è raffigurata una donna; in quella inferiore una famiglia. Più in basso vi è il rilievo di un’anfora su una colonna.

Il prospetto posteriore è caratterizzato dal volume semicircolare dell’abside, alla cui base si apre un portale in pietra ad arco acuto, che da accesso alla portabile cripta della chiesa originaria. L’ambiente è stato utilizzato per la sepoltura delle vittime del terremoto del 1857 ed è rimasto inaccessibile sino al 1974, quando vennero portati alla luce alcuni affreschi.

6. Teatro “Peppino Impastato”:

Inaugurato nel luglio del 2011, è stato costruito e pensato per svolgere le funzioni di un teatro all’aperto, dove vengono presentati diversi spettacoli e varie manifestazioni. Solo di recente, nell’agosto del 2017, il teatro è stato intitolato all’eroe e vittima di mafia Peppino Impastato.

7. Palazzo Salvia:

È ubicati lungo via Gaimari e con ingresso posto anche in via Cavour.

La superficie planimetrica di questo edificio è costituita da un poligono irregolare, comprendente un giardino sottostante la Chiesa Madre.

L’immobile si articola su tre piani: l’interno, parzialmente modificato, conserva ancora l’androne con pavimentazione in lastre di pietra e scala, anch’essa in pietra, coperta da una volta a botte. Il prospetto principale è valorizzato da un portale in pietra con arco a tutto sesto. Le finestre e i balconi sono caratterizzati da davanzali e mensole realizzati in pietra lavorata.

La famiglia Salvia, attuale proprietaria del palazzo, ha ottenuto il bene dai Calenda, i quali a loro volta, lo acquistarono dai Pignatelli.

8. Chiesa San Nicola di Bari:

Inizialmente dedicato a San Niccolò, trasformato in Nicola.  Questo cambiamento è forse da ricercare nel sentimento popolare che percepiva religiosamente più familiare il nome Nicola, divenuto in seguito patrono di Picerno.

La chiesa, fu eretta nel 1611, su quelli che dovevano essere i resti del castello, inoltre è situata su uno dei tre colli, sui quali si estende il paese.

Nella cripta sono stati rinvenuti degli affreschi databili tra XII-XIII secolo, raffiguranti san Nicola e i miracoli a lui attribuiti.  Ciò fa supporre che cripta fosse in realtà la cappella privata del castello medievale, a cui si accedeva tramite una scala in pietra, attualmente chiusa da una lapide datata 1822.

La chiesa, di pianta greco-romana, presenta un’abside ben visibile articolata su tre piani.  A causa dei probabili danni del terremoto, avvenuto alla fine del 1600, nel 1711, l’architetto picernese Calenda presentò un progetto volto al restauro e all’ampliamento della stessa.  Nel 1727, grazie alle donazioni compiute dal principe Pignatelli, i lavori poterono finire.

Campanile della chiesa: attivata un’altezza di 40 m.  La possente struttura è composta da quattro piani: i primi due hanno forma di parallelepipedo e, in particolare, il secondo presenta quattro finestre monofore di grandi dimensioni.  All’interno è posizionato il campanone detto “di san Nicola”.  II terzo piano presenta quattro monofore;  nel quarto piano è stato collocato, nel 1926, l’orologio ancora funzionante.

Facciata principale: la chiesa è preceduta da una scala in pietra, che si sviluppa per l’intero fronte anteriore.

Uno degli elementi caratteristici della facciata è la presenza di due portali: il portale principale, anch’esso in pietra, risalente al XVIII secolo, presenta in alto un’edicola eseguita, nel 1793, dal maestro Ruberto Priore.  La statua, in marmo bianco, raffigura san Nicola a mezzo busto, avente sul capo la mitra.

Il portale minore presenta una lapide con la scritta “1728”, probabile ingresso principale della prima chiesa.

Entrambi i portali sono stati, di recente, resi interessanti dal punto di vista artistico, da lamine di bronzo scolpite e divise in tessere, che presentano sul portale principale alcune vicende e miracoli di san Nicola e vicende legate alla storia e alla società picernese;  nel portale secondario, il tema delle tessere è il rapporto tra fede e scienza. Tali opere sono state commissionate dallo Stato e donate dal cardiochirurgo dottor Carmine Curcio.

L’interno della chiesa: Ha un impianto a tre navate con abside.  Le navate sono divise da pilastri, dai quali si sviluppano altri archi decorati in stucco.  Sul primo pilastro, a destra e a sinistra, sono ubicate le acquasantiere in pietra.  Sul terzo pilastro a destra, è collocato il pulpito in legno, poggiante su un’aquila scolpita e dorata.

Sul davanzale si trova un braccio reggi-croce e, in alto, un baldacchino al cui centro è scolpita la colomba dello Spirito Santo, il tutto risalente al XVII secolo.  Il presbiterio e l’abside sono separati dalla navata centrale grazie a un grande arco a tutte sesto.  Il soffitto della navata centrale è in legno a cassettoni intagliati e dipinti, realizzato da Antonio Tancredi, nel 1909. Al centro, un dipinto ad olio su tela, raffigurante San Nicola che resuscita i fanciulli, opera del pittore G. De Giacomo, del 1892.

La zona absidale è delimitata da una balaustra in pietra, al cui interno vi è una porta in legno a due battenti del XVIII secolo e comunicante con la sagrestia;  sopra di una pedana con tre gradini in pietra è collocato l’altare maggiore in legno intagliato, dipinto e dorato, la cui mensa è stata staccata di recente e collocata in posizione più centrale e meno distante dai fedeli.  Ai lati dell’altare, si trovano i due accessi alla zona, dov’era posizionato il coro ligneo, costruito da mastro Francesco Pagano e mastro Carmine Fortuna nel 1756, attualmente non più presente nella chiesa.

Nel soffitto dell’abside, in seguito al restauro del 1985, è stato rinvenuto un soffitto ligneo anteriore, che ha dato alla luce un dipinto in tenda con il centro la colomba dello Spirito Santo, realizzato tra il 1775 e 1799.

La navata laterale destra, a partire dall’ingresso, presenta il primo altare in marmi bianchi e policromi della madonna del Carmine in legno con il bambino.  Nel primo pilastro vi è il sepolcro di Francesco Saverio Carelli.

La seconda cappella è dedicata a San Giuseppe dove, nel 1996, è stato collocato nel polittico del Salvatore in legno di abete e di pioppo, intagliato, dipinto e dorato.

Tra la seconda e la terza cappella è ubicato il sepolcro in pietra di Teresa Carelli, risalente al 1810.

Sul pavimento della terza cappella, dedicata a san Nicola, vi è la lapide che attesta la costruzione del sepolcro descritto la cappella,  organizzati dai fratelli Saverio e Donato Carelli, nobili di Picerno.

L’altare di san Nicola in pietra, intarsiato con marmi, è di grande interesse artistico e riferito a mastro Giuseppe d’Amato.  Qui c’è una nicchia centrale con una statua di San Nicola seduto con indosso gli abiti vescovili, incorniciata da due coppie di nicchiette sovrapposte alla base delle colonne.

Sull’edicola dell’altare è collocata una tela su olio del XVII secolo, che raffigura l’adorazione dei pastori;  tra terzo e quarto altare, vi era un confessionale in legno.

Il quarto altare è dedicato a Santa Filomena.  Qui poggia la teca contenente la scultura della Santa distesa con l’estremità degli arti ed il capo in legno;  indossa un manto bianco, un abito ricamato a fiori in oro e ha gli occhi socchiusi;  in alto un dipinto ad olio su tela del 1759 con cornice dorata.  La composizione è occupata dalla figura dell’immacolata con i piedi la mezzaluna e calpestante il serpente.

La navata laterale sinistra presenta una fonte battesimale in pietra, realizzata nel 1728 dallo scalpellino Nicola Danzetto;  il primo altare a sinistra, risalente al 1781, dedicato alla Candelora, è in muratura, stucco, pietra scolpita e dipinta.  Sull’altare è posto un dipinto ad olio su tela raffigurante la presentazione di Gesù al tempio;  il secondo altare è dedicato al battesimo di Gesù, databile nella seconda metà del XVIII secolo.

Sopra l’altare è posta la statua con capo ed arti in cartapesta di S. Prospero.  Il terzo altare in legno è quello del Rosario, su cui sono dipinti ad olio su tavola, i quindici misteriosi del Rosario, posti nei riquadri che fungevano da cornice e una tela forse distrutta da un incendio.

Sulla cornice si trova un’edicola ed al suo interno un dipinto ad olio su tavola raffigurante il volto anziano di Padre Dio.

Il quarto altare, detto del Crocifisso, originariamente era in legno.  Attualmente qui si trova un gruppo scultoreo in cartapesta modellata e dipinta, raffigurante la statua dell’Addolorata e della Maddalena, collocato a sinistra, ai piedi della statua del crocifisso, mentre sulla destra vi è San Giovanni.

La sagrestia è situata in fondo alla navata a sinistra.  Sulla parete a sinistra dell’entrata vi è un lavabo in pietra, esempio di artigianato locale, del XVIII sec., Il cui autore dovrebbe essere Nicola Danzetta.

Sulla parete destra si trova l’armadio in legno, una composizione ben lavorata in tutte le sue parti, i cui autori sono stati i falegnami Nicola Cerbasio e Domenico Giannini di Vietri di Potenza.  Nella parete di fronte una tela raffigurante la Natività, databile fra il XVI-XVII secolo, opera di Giovanni De Gregorio.

Una porta a due battenti con vetrate colorate, immette nell’ufficio parrocchiale, adibito anche a biblioteca.  Qui è il posto dell’archivio eseguito con abilità dagli stessi falegnami dell’armadio di cui sopra.  Della stessa epoca e fattura è la libreria che contiene i volumi della biblioteca San Nicola.  Una lapide in pietra ricorda la configurazione della biblioteca nel 1749.

In ​​fondo alla navata laterale destra si trova la porta che dà sulla scala in pietra di accesso alla chiesa inferiore detta anche “della Congrega di Gesù bambino”. Sulle pareti e nella volta sono affrescate scene della passione incorniciate da girali dipinti.

Il complesso è un’opera di un pittore, forse lucano, attiva nella seconda metà del ‘700. Nella nicchia dell’abside si trova un’altare. Nella base dell’altare un sepolcro in legno contenente la statua del Cristo deposto dalla croce, in cartapesta. Intorno all’abside vi è un coro ligneo.

In un’edicola in legno un manichino rivestito raffigura la Congrega di Gesù bambino “. Sulle pareti e nella volta Madonna addolorata.

Tradizioni legate a San Nicola: San Nicola di Bari protettore di Picerno, è festeggiato il 6 dicembre con una sola processione e il 9 maggio con due processioni che si svolgono il giorno della vigilia e il giorno seguente.

In passato, durante la prima processione tenuta portata la statua del Santo detta “San Nicola Nero”;  durante la seconda si portava la statua del Santo completamente d’argento, rubata nel 1974.

Recentemente è stato realizzato un nuovo busto d’argento, per ricostituire l’antica tradizione.

9. Piazza Forlenza:

La piazza è dedicata ad una delle principali personalità della storia picernese: Niccolò Leonardo Biagio Florenza, un chirurgo oculista che si distinse che si distinse in Francia e in Europa tra il ‘700/’800.

La formazione chirurgica di Forlenza avvenne probabilmente in un ospedale; difatti il suo nome non risulta tra i laureati dell’università di Napoli.

Forlenza scelse di emigrare a Parigi, poiché, nel XVIII secolo, la capitale francese era il fulcro della cultura europea: Petit e Desault, pionieri della studio della chirurgia oculistica in Europa, esercitarono una grande influenza sulla formazione di Forlenza.

Infatti, il giovane lucano godeva dell’appellativo “Il più caro allievo di Desault”.  Quest’ultimo morì nel 1795 e, nel 1799, Forlenza Nazionale degli Invalidi, fondato da Luigi XIV verso la fine del ‘600.

L’incarico dato a Forlenza rappresentò per lui un punto di partenza: si dedicò alla sua professione in modo impeccabile con grande determinazione. La prima grande sfida di Forlenza, in ambito medico, fu la cura di numerosi soldati napoleonici affetti da tracoma.

Dopo aver acquisito grande prestigio, ottenne dal Ministro degli Interni il permesso di poter operare gratuitamente agli indigenti affetti da cataratta, in tutti gli ospedali francesi. Nel 1806 Forlenza fu nominato chirurgo oculista delle scuole e degli ospizi civili. Il suo picco di popolarità fu raggiunto quando operò il Ministro Portalis e il poeta Lebrun.

All’età di settantadue anni chiese ed ottenne l’autorizzazione per ispezionare tutti i dipartimenti che non visitava da diversi anni. Pubblicò l’opera “Esperienze metafisiche, o sviluppamento del lume o delle sensazioni”, in cui descrive il processo di adattamento alla nuova realtà di un cieco che riottenne la vista dopo l’operazione.

Il chirurgo morì di ictus nel 1833 all’età di settantasei anni al caffè Defoy di Parigi, importante centro di riferimento della vita politica di Parigi. Si ipotizza che la scelta di frequentare questo preciso caffè per Forlenza non fu casuale, perché, quel nome pronunciato in italiano, gli ricordava il monte Li Foj di Picerno.

I rapporti con la sua terra di origine, man mano si allentarono, fino a diventare del tutto inesistenti, perché tra il suo mondo e quello delle origini vi era un profondo abisso culturale, politico, sociale ed etico.

10. Torre S. Leonardo:

A Picerno nella zona denominata “m’ber la terra” o toppo San Leonardo, s’innalza un’altra torre cilindrica di dimensioni ridotte rispetto a quella posta in via Torre.

Poggia su di un elemento tronco-conico, che si eleva per un’altezza di 6 metri; l’altezza totale è di ca. 11,5 metri. Anche la sua edificazione, di probabile stampo normanno, risale all’XI secolo.

Si pensa che questa torre rappresentasse un elemento di raccordo ed unica superstite, della cinta muraria, che delimitava il borgo medievale e che univa le due torri a difesa del castello (attuale chiesa Madre), che, infatti, occupava una posizione centrale rispetto ad esse. si narra ancora che vi fossero dei camminamenti sotterranei tra la torre San Leonardo, la chiesa Madre ed alcune abitazioni del paese (attuale palazzo Salvia e palazzo Calenda).

Anche intorno a questa torre sorsero abitazioni civili in gran parte distrutte dal terremoto del 1857. Presso il lato sud vennero portati alla luce resti di tombe dell’antico cimitero di san Lorenzo.

La chiesa di San Lorenzo, nella quale si effettuavano le sepolture, venne distrutta dal terremoto del 1857 e la statua del Santo, esposta all’aperto, andò in frantumi.

11. Palazzo De Canio-Molfese / 12. Chiesa San Pasquale:

Il palazzo reca sul portale d’accesso la data 1222, uno stemma ed un fronte un’antica cappella di famiglia, dedicata a san Pasquale.  La chiesa, risalente al XVII secolo, è ad una sola navata.  L’altare in pietra calcarea è sovrastato da un dipinto ad olio su tela, raffigurante il Santo.  Sulla facciata un campanile a vela con una campana in bronzo.

13. Palazzo Calenda:

Non si hanno notizie certe in merito all’epoca della sua costruzione. La famiglia Calenda lo acquistò nel 1826 ed è ubicato tra viale Giacinto Albini e via M. Pagano. L’impianto planimetrico è costituito da un corpo centrale rettangolare e da tre torrette, una della quali abbattuta in seguito al terremoto che colpi l’Irpinia nel 1980; le altre due sono in comunicazione tramite una balconata sorretta da quattro arconi in pietra, nei quali si aprono gli ingressi del piano terra: quello principale è coronato da un portale con arco a tutto sesto. Il palazzo è articolato su tre livelli, il piano terra era adibito a deposito e, tuttora, ospita un androne di accesso ai piani superiori. Gli altri due piani, accessibili attraverso una scala interna, ospitano gli alloggi. Durante i moti del 1799 l’immobile ebbe funzione militare, quando il Maggiore Domenico Calenda ottenne il comando della difesa di Picerno contro le truppe sanfediste. A conferma di ciò pare esistesse un condotto sotterraneo che lo metteva in comunicazione con il palazzo Salvia, altro edificio di proprietà dei Calenda.

Il palazzo fu anche  sede della gendarmeria; difatti, al piano terra erano presenti delle celle. Fino al 1883 fu sede della prefettura. Oggi l’edificio è in rovina, perciò è impossibile visitarlo.

 

 

2 – PERCORSO “FEDE E STORIA”:

Chiesa della Pietà;
Chiesa dell’Annunziata;
Cappella del Carmine;
Chiesa di San Nicola di Bari;
Chiesa di San Pasquale.

3 – PERCORSO “FEDE E STORIA”

(chiese fuori dal centro storico):

Chiesa di San Rocco;
Convento dei frati cappuccini;
Chiesa dell’Assunta;
Chiesa di San Donato;
Chiesa del Pantano;
Chiesa del Santissimo Salvatore.

 

4. Percorso “Picerno nel verde”:

Chiesa del Santissimo Salvatore;
Monte Li Foj;
Sentieri naturalistici.

 

 


PERCORSO DEI GRAFFITI POLISTRATO DI PICERNO

Il Comune di Picerno in collaborazione con il Lions Club Pretoria e la Scuola del Graffito di Montemurro ha realizzato 4 graffiti installati nel centro Storico.

Autori delle 4 opere finora installate sono Anna Faraone e Riccardo Maniscalco della scuola del graffito di Montemurro, fondata dal maestro Antonello Leone.

Le 4 opere

1. Le donne di Picerno del 1799 <<ANGELA>>

  • Anno: agosto 2020;
  • Luogo: Via Cavour;
  • Sponsor ed attuatori: Comune di Picerno, Lions Club Potenza Pretoria, Scuola del graffito di Montemurro.

2. Picerno 1799 <<LIBERTA’>>

  • Anno: agosto 2021;
  • Luogo: Piazza Plebiscito;
  • Sponsor ed attuatori: Comune di Picerno, Lions Club Potenza Pretoria, Scuola del graffito di Montemurro, Donato Curcio.

3. Il deputato di Harlem <<VITO MARCANTONIO>>

  • Anno: agosto 2022;
  • Luogo: C.so Giuseppe Garibaldi;
  • Sponsor ed attuatori: Comune di Picerno, Lions Club Potenza Pretoria, Scuola del graffito di Montemurro, Donato Curcio.

4. <<IL MIRACOLO DI SAN NICOLA>>

  • Anno: dicembre 2022;
  • Luogo: Via Cavour;
  • Attuatore: Parrocchia San Nicola di Bari – Picerno;
  • Collaborazioni: Comune di Picerno, Lions Club Potenza Pretoria, Scuola del graffito di Montemurro.